La transizione industriale verso la sostenibilità è un tema quanto mai attuale ma non certo facile da affrontare in una congiuntura difficile per l’economia.
Il Governo è sceso in campo con un Fondo ad hoc (il Fondo per il sostegno alla transizione industriale) con l’obiettivo di sostenere i programmi di investimento delle imprese volti alla tutela ambientale. Trecento milioni per rendere più verde l’industria italiana e aiutare le aziende a coprire i costi del cambiamento.
A chi è rivolto il Fondo per la transizione industriale e cosa può essere finanziato
I contributi arrivano dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e potranno essere richiesti dalle aziende di qualsiasi dimensione che operano sul territorio nazionale, in particolare da quelle che svolgono attività nei settori estrattivo e manifatturiero. Le agevolazioni saranno erogate nella forma di contributi a fondo perduto, e andranno a coprire uno spettro ampio di attività: dall’efficientamento energetico a cambiamenti fondamentali del processo produttivo, dall’installazione di impianti di autoproduzione di energia da fonti rinnovabili alla riduzione dell’utilizzo delle risorse tramite riuso, riciclo o recupero di materie prime.
Gli interventi, specifica il dicastero, dovranno prevedere spese complessive ammissibili di importo compreso tra 3 e 20 milioni di euro. La misura si rivolge quindi di fatto alle imprese di medie e grandi dimensioni.
La domanda dovrà essere presentata dal 10 ottobre al 12 dicembre 2023 in forma telematica, allo sportello online di Invitalia.
Cos’è il Fondo per il sostegno alla transizione industriale
Il fondo per il sostegno alla transizione industriale è stato istituito a dicembre 2021 con l’obiettivo di favorire l’adeguamento del sistema produttivo italiano alle politiche UE sulla lotta ai cambiamenti climatici.
La dotazione iniziale, come si diceva, è di 300 milioni di euro. Il 50% delle risorse annualmente destinate al Fondo è riservata alle imprese energivore (ovvero quelle inserite nell’elenco tenuto dalla Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali). L’assegnazione delle risorse avverrà attraverso una procedura valutativa basata su una graduatoria.
Cosa finanzia il Fondo
Vediamo in dettaglio cosa può essere finanziato: I programmi di investimento devono essere volti a migliorare l’efficienza energetica dell’impresa o a un cambiamento fondamentale del processo produttivo. Il legislatore impone, pertanto, alcuni limiti: non sono, per esempio, ammessi interventi in grado di determinare un aumento della capacità produttiva, fatti salvi quelli derivanti da esigenze tecniche, e comunque non superiori al 2% rispetto alla situazione precedente l’intervento. Con questa precisazione si intende evitare l’impiego delle risorse per finalità diverse dalla transizione ambientale.
I programmi, inoltre, devono essere avviati successivamente alla domanda di accesso al fondo ed essere realizzati entro 36 mesi dalla data di concessione del contributo (ma c’è una proroga per consentire l’ultimazione del programma, comunque non superiore a 12 mesi): entro questo termine, gli investimenti dovranno diventare operativi.
Veniamo alle spese ammissibili. Lo sono quelle strettamente funzionali alla realizzazione dei programmi di investimento che riguardino:
- Suolo aziendale e relative sistemazioni (entro il 10% dell’investimento totale ammissibile)
- Opere murarie e assimilate (nel limite del 40% dell’investimento totale ammissibile e solo se funzionali agli obiettivi ambientali)
- Impianti e attrezzature varie di nuova fabbricazione
- Programmi informatici, brevetti, licenze, know-how e conoscenze tecniche non brevettate
Interessante notare che la misura ammette, inoltre, le spese per la formazione del personale. Per il calcolo dei consumi energetici ante-investimento, bisogna fare riferimento ai 12 mesi precedenti rispetto all’anno di presentazione della domanda, in termini di anno solare.
In questo documento, alcune chiarimenti sui dubbi frequenti. In questa sezione, invece, è disponibile tutta la modulistica per la presentazione della domanda. Oltre ai consueti requisiti antimafia e antiriciclaggio e alla documentazione tecnica, importante notare l’impegno a non procedere a delocalizzazione nei cinque anni successivi al completamento dell’investimento.
Per questo mese è tutto. Appuntamento al prossimo con altre interessanti novità dal mondo dell’energia e delle imprese!